martedì 3 marzo 2009

Centrocampo: una puntata da 8 in pagella per un risultato da 0-4

In studio si commenta la sconfitta nel derby.....
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Anche questa settimana, puntuale come ogni lunedì sera, è tornato l'appuntamento con “Centrocampo”. Il programma condotto da Giusy Randazzo e dalle sue “Giusy's Angels” su IN TV, su Canale 46 e Teleoccidente ha ospitato sulle ormai famose poltroncine azzurre tantissimi ospiti. Dall'assessore provinciale all'agricoltura Eusebio Dalì, al giornalista de La Sicilia, Nino Randazzo. Ma non solo. Ad apportare il loro contributo sono stati anche l'arbitro Marcello Traina e il sindaco di Caltavuturo Domenico Giannopolo. Ospiti fissi l'avvocato-opinionista Daniele Sorintano e la collaudatissima coppia Bellipanni-Cantafia al tavolo delle mail e degli sms. L'amarezza per la sconfitta casalinga contro il Catania brucia. Al di là che per i tre punti mancati, anche per il modo in cui essa è maturata. Quei quattro gol rossoblù, arricchiti da quel colpo magistrale di Beppe Mascara nel primo tempo, risultano quasi un'offesa personale che deve essere presto cancellata con una prestazione d'alto livello con la Fiorentina. Dopo aver fatto il punto sulla situazione con Tiberio Cantafia e Giancarlo Bellipanni, a prendere la parola sono gli ospiti in studio. “Commentare un crollo come quello di ieri – spiega Nino Randazzo -, non è mai semplice. Il Palermo è sceso in campo nervoso e non è riuscito a mettere ordine nei propri pensieri e nel proprio gioco dopo aver subito il primo gol”. Dello stesso parere il giovane assessore Eusebio Dalì: “La squadra ha approcciato il derby con uno spirito sbagliato. Una condizione frutto, probabilmente, anche di certe dichiarazioni della vigilia che hanno contribuito a montare un clima difficile nello spogliatoio”. Da oggi la squadra è in ritiro a Coverciano, e da subito dopo la partita con il Catania gli uomini di Ballardini si sono chiusi in silenzio stampa. Una situazione che rende ancora più difficile comprendere le ragioni di questo particolare momento dei rosa. Così, anche in studio, ci si interroga su chi possano essere i principali artefici della disfatta di ieri. “A mio avviso non esiste un unico colpevole – dice il sindaco di Caltavuturo, Domenico Giannopolo -. Qui tutti sono chiamati in causa a rispondere delle proprie disattenzioni che hanno contribuito a creare questa situazione. Dal tecnico ai giocatori dal presidente ai tifosi stessi, che a mio avviso hanno sbagliato ad attaccare così duramente la squadra a fine partita”. Nel corso della puntata, poi, è stato lungamente dibattuto il capitolo arbitraggio. Rosetti, arbitro internazionale chiamato da Collina ad arbitrare il difficile campo di Palermo ieri, non ha mantenuto a pieno le aspettative legate al suo nome ,e sebbene l'espulsione di Bresciano sia stata sacrosanta, l'australiano ha commesso un intervento killer sulla gamba di Morimoto, nel complesso gli si è attribuita una conduzione di gara eccessivamente sbilanciata verso gli ospiti. “Il rigore su Migliaccio era evidente – dice Nino Randazzo -. Che il giocatore sia caduto fuori area è un conto, ma il contatto è avvenuto all'interno dei sedici metri e Rosetti, all'inizio aveva fatto bene ad assegnare il tiro dal dischetto. Peccato che si sia lasciato influenzare, sbagliando, dal guardalinee”. I messaggi dei tifosi sono pervasi, naturalmente, da uno sconforto particolare. Il leit-motiv è sempre lo stesso: “Una sconfitta che brucerà a lungo” scrive qualcuno. “Una partita giocata senza cuore e una resa che appare ancora più amara perchè ottenuta contro il Catania”, scrive qualcun altro. Ciò che è certo, adesso, è che il Palermo deve trarre il miglior beneficio sia dal ritiro in terra di Toscana, che da questo silenzio stampa. Rimettere ordine nella propria testa e scendere in campo, domenica prossima al Franchi di Firenze consapevole della necessità dei tre punti. Ribaltare la sconfitta dell'andata, con il gol di mano di Gilardino sarà un imperativo per la truppa di Ballardini. Una prova di carattere che, a questo punto della stagione, non può più tardare ad arrivare.
Andrea Tuttoilmondo

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