Fabrizio Miccoli, il capitano del Palermo, è il bomber che sta facendo sognare i tifosi RosaNero. La Champions League non è più così lontana: mancano cinque finali. E ciò grazie anche ai suoi goal, tanti.
E ieri, a Centrocampo, il talk show condotto da Giusy Randazzo, trasmesso su Cts, ci si è chiesti: Perché Marcello Lippi non pensa neanche minimamente di convocarlo in nazionale per gli imminenti mondiali sudafricani?
(Tra l’altro su Facebook è nata persino una pagina sull’argomento).
Ne hanno discusso gli ospiti in studio: il giornalista della Gazzetta dello Sport Vito Maggio, il vice presidente di Confimprese Italia Agostino Portanova, l’avvocato ed ex difensore civico della città di PalermoAntonio Tito, i comici Tony Carbone e Salvo De Luca (quest’ultimo in versione milanese, direttamente dalla sit-com Camera da Letto o così come il medico Toni Piri – provate a leggerlo al contrario).
In più, è stato animato il dibattito che ha coinvolto gli spettatori da casa, tramite il web, coordinato dalla parte telematica, curata da Tiberio Cantafia e Lucia Capritti.
In sintesi, è prevalsa l’idea che alla base non ci sia tanto una bocciatura per demeriti calcistici quanto la vicenda delle procure della Gea. Ricorderanno i più attenti, infatti, che il Romario del Salento raccontò che il suo rapporto ostile con Luciano Moggi era dovuto al rifiuto di trasferire la sua procura al figlio Alessandro: – Luciano Moggi mi disse “se non vai dove dico io, smetti di giocare, sappi che in Nazionale ti ho mandato io – , raccontò l’attaccante. E della Gea faceva parte anche Davide Lippi, il figlio del tecnico della Nazionale.
Ma tra gli spettatori c’è stato anche chi ha ipotizzato una scelta tecnica: l’allenatore dell’Italia, campione del mondo nel 2006, preferisce Di Nataleall’attaccante del Palermo.
Sono stati affrontati anche altri tempi, tra cui uno che sta a metà strada tra il calcio e l’impresa: il Palermo lotta per la Champions League grazie ad un imprenditore del Nord. Perché prima di Zamparini e di Sensi, si vagava tra la serie B (poca) e la serie C (molta)? Vito Maggio ha risposto così: “Perché prima i presidenti pensavano più agli interessi propri che a quelli della società“. Poi la discussione si è concentrata sulle difficoltà di fare impresa e programmazione a Palermo, al contrario (ad esempio) di quanto avviene a Catania.
Tra un tema e l’altro, la trasmissione è stata colorita dalle battute mai scontate di Tony Carbone e dalle “poesie” di Salvo De Luca, autore di una raccolta, tradotta in tutte le lingue del mondo (compresi i dialetti), giunto in trasmissione col suo aereo personale, atterrato sul tetto dell’emittente televisiva.
In più, come sempre, protagonisti sono stati i bei sorrisi delle tre immancabili sgabelline: Stefania Piazza, Simona Pace e Cindy Cabri.
Infine, i RosaNero ce la faranno? Sì. Gli ospiti di Centrocampo non hanno avuto alcun dubbio. Certo è che le difficoltà ci saranno, ma il calendario è favorevole e poi la qualificazione è estremamente importante non solo per il suo significato sportivo, quanto per il suo valore economico e sociale. Per l’avvocato Tito tutto dipende dalle trasferte, il punto debole del Palermo, cominciando da quella di Cagliari, contro una squadra che non si sente ancora “salva”. E poi il verdetto sarà sancito dal match interno con la Sampdoria dell’ex Luigi Del Neri.
Incrociamo le dita. E appuntamento alla prossima puntata.
Nella foto: l’avvocato Tito, Giusy Randazzo e il giornalista Vito Maggio
Di Walter Gianno'
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